Day of the Fight,
la prima avventura cinematografica di Kubrick, fu vissuta mentre l’autore
stava lavorando come fotografo per “Look”.
Il progetto, secondo quanto si
dice, prese corpo quando un amico di Kubrick (il futuro regista Alexander
Singer) sentì che i suoi datori di lavoro stavano pagando 40000 $ per
cortometraggi di 8-9 minuti.
Kubrick, che aveva in precedenza realizzato un
reportage per “Look” sul pugile Walter Cartier, realizzò Day of the Fight
con 3900 $, ma riuscì a rivenderlo alla RKO per poco meno.
Il corto non sembra
essere tanto un rude abbozzo quanto una perfetta miniatura dei film che
seguiranno.
Ancora prima che il ritratto inizi, il commentatore ha già creato
un’atmosfera carica di destino, adeguata alla descrizione del combattimento e
ai brividi che esso fornisce. Ma successivamente le immagini di Kubrick regalano
più di un tocco di apocalisse e di genuino, agonizzante determinismo alla
snervante attesa di Cartier per l’incontro, un combattimento fra i tanti che
egli deve vincere per continuare ad avere (modesto) successo nella sua
professione.
La struttura a tempo chiuso anticipa, addirittura in modo migliore,
il successivo The Killing; le strade deserte al mattino presto sono le stesse
usate per gli esterni in Killer’s Kiss. Ma le figure più straordinarie del
film sono le facce accigliate dei gemelli Cartier, che dormono nello stesso
letto, vanno insieme a fare la Comunione, condividono le ansietà e il timore
fisico del combattimento: essi sono l’immagine più interessante (fino a The
Shining ?) della duplicazione-perpetuazione delle miserie e delle lotte umane.